# Articoli di una coach, counselor e mentore-ex manager

A noi persone tutte d’un pezzo ..spezzate dentro

Questo brano è per noi, che sembriamo tutti d’un pezzo, e che, invece, spesso, ci troviamo sopraffatti da un tumulto di impulsi, emozioni, sensazioni, che vorrebbero scoppiarci dentro, con l’augurio che troviamo ciascuno il proprio modo funzionale di alleggerirsi dalla sopraffazione che spesso ci affanna, tra torace e tempie, pugno nello stomaco e nodo in gola. Agli altri sembriamo energici o plateali, granitici o impassibili e, a volte, collerici o aggressivi. Ci trovano troppo enfatici – con toni troppo alti, movimenti e parole troppo veloci – oppure troppo distaccati e con un’aria di superiorità. Almeno, questo ci rimandano alcuni di loro. Ci percepiscono come persone di successo, realizzative, sempre indaffarate con qualche nuovo progetto, in fondo in fondo, forse, anche un po’ spietate.

In realtà, noi siamo quelli con il mare in tempesta dentro, e tutto il nostro movimento esterno ci aiuta a non sentire quello che “di troppo” succede dentro di noi. Il nostro “fare”, così visibile al mondo, ci aiuta a fuggire dal tumulto che ci attanaglia, la mente e le viscere. Magari non ci abbiamo mai pensato, ma se ci fermiamo un attimo, e lasciamo che una sensazione o un pensiero si manifestino, sarà come aver aperto il vaso di Pandora: e, insieme a quel pezzetto del nostro mondo sommerso, ci assaliranno un’enormità di altre cose: pensieri, sensazioni, emozioni, ricordi, impulsi, che si affastelleranno, in rapida sequenza, come anelli in una catena, che diventa subito una rete e poi un groviglio di maglie contorte, su su, fino a toglierci il fiato, e ancora più su, fino a farci sentire di non poter contenere tutto ciò che sta prendendo il sopravvento dentro di noi. Il movimento interno si farà così potente, che ci sembrerà che il nostro corpo sia lì lì per esplodere. E allora, ecco, troveremo il modo di distoglierci da lì, e ci ributteremo nelle nostre corse sfrenate e progetti arditi. Ah, che sollievo la nostra ..vita frenetica!

Somatic Experiencing® ha un antidoto per tutto ciò. E’ una pozione magica che amalgama sapientemente 4 componenti: rallentare, focalizzare, separare, dare spazio.

Da un po’ di tempo lo sperimento su di me con l’aiuto di una guida, e lo sto trasformando in una pratica, nella mia vita di tutti i giorni.

Con maggiore consapevolezza di cosa mi succede dentro, quando “tutto diventa troppo”, anziché scappare, decido di stare. Fermo tutto e porto l’attenzione su una cosa alla volta.

Appena si preannuncia lo tzunami di emozioni, pensieri e sensazioni, sto un momento in più, osservo quando ci posso stare, e poi creo spazio.. domandandomi “quanto grande devo diventare per contenere tutto questo?”.. e sto lì.. finchè qualcosa non succede dentro e tutto si acquieta, anche solo un po’, anche solo per un momento..

.. e poi il mare dentro si ingrossa di nuovo.

E, ancora, trovo il modo di starci, e di ampliare il contenitore che io sono..

Portando l’attenzione a quanto grande mi devo fare per contenere tutto, sento che le mie pareti si allargano.. piano piano si staccano da quelle emozioni e sensazioni così opprimenti…

E quando riesco a starci, anche solo un po’ di più, le emozioni diventano più diluite, il tumulto si calma, i pensieri ossessivi si placano e ne arrivano di più pacati.

E la pratica continua, un’ondata alla volta, fino a che il mare si calma.

Qulla pozione magica che la pratica del Somatic Experiencing® mi porta, si attiva con la motivazione e l’impegno, in sessione, lasciando succedere ciò che vuole succedere, e nella vita quotidiana, portando l’attenzione, anche per pochi istanti alla volta, a ciò che sta per esplodere, e, prima che diventi troppo, lasciandogli lo spazio sufficiente in cui posstersi disinnescare.

Per noi persone tutte d’un pezzo, che hanno il mare in tempesta dentro, portare Somatic Experiencing® nella nostra pratica quotidiana “privata” consente al cambiamento di avvenire davvero.

Perché quelle fughe da noi stessi, che ci vengono così “spontanee”, sono un’abitudine che si è consolidata nel tempo, con la complicità di un ambiente, familiare e sociale, che troppo ha lusingato il nostro essere così realizzativi.

Solo con una pratica alternativa possiamo consolidare comportamenti diversi, anche dentro di noi, in quell’intimo spazio che sembra così piccolo e costretto e che, invece, con la nostra consapevolezza, può farsi tanto più grande, per contenere e regolare emozioni, pensieri, impulsi e sensazioni che tendono al caos. E per stare un po’ più comodi al mondo.

Liana Dugaro

​Somatic Experiencing® Practitioner
BioGestalt Counselor
Ontological Coach

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