# Articoli di una coach, counselor e mentore-ex manager

Coaching, rose e rosmarino

Da tre anni ho un giardino. Un triangolo di terra in una piccola palazzina. I miei vicini condomini hanno dei rettangoli di erba soffice e verdissima, che annaffiano per un’ora tutte le sere.

Il mio giardino è “spettinato” con erba di vari tipi, per lo più infestante, eredità dei precedenti proprietari. Ci sono diverse piante, preesistenti, nate spontaneamente o acquisite nel tempo. Tutte intorno a una betulla cui, “per il suo bene”, è stata mozzata la cima. Bagno saltuariamente. Perché l’erba infestante, ad annaffiarla, si ruba tutto lo spazio vitale. Mi concentro soprattutto sui fiori e le piante che interro, quando giardini “amici” me ne fanno dono. La mia erba cresce scomposta. Non la faccio “rasare” a regola d’arte come i miei vicini. La estirpo, a volte zappando, per fare posto alle piantine nuove.

Voglio un giardino che tenga testa all’erbaccia, con piante che si trovino abbastanza a loro agio da resistere alla siccità estiva e a inverni di bora. Voglio un Giardino Resiliente.

Ci vuole tempo e ci vuole “ascolto”, per convertire i bisogni di ciascuna pianta in ottimi risultati. Perché una pianta, dopo essere sopravvissuta a trapianti da un angolo all’altro del giardino, quando finalmente la interri nel posto in cui si sente a casa.. trova il modo di dirtelo 🙂

In questi tre anni, “dialogare” con le piante del mio giardino è stata una delle terapie personali più trasformative.

Prendersi cura di un giardino è una pratica e può diventare un percorso di crescita. Un percorso in cui il coaching, quella disciplina che ti aiuta a definire obiettivi e intraprendere azioni verso una nuova visione di vita, si mette al servizio dell’umiltà di fronte a ciò che non possiamo controllare, del rispetto per il tempo “che ci vuole” e dei cicli naturali, che sono fuori e dentro di noi.

PS: Le rose crescono da sole, con pochissima acqua e amano essere colte… pss.. e se le recidi nel punto giusto ti ringraziano con un fiore in più!